Storie e Memoria.
Momenti solo all’ apparenza
inconciliabili, che, per la nostra
Associazione, trovano una
sintesi nel programma di Libri
a Palazzo pensato nella
cornice dello storico Palazzo
Pagliari, per il cui utilizzo
ringraziamo la Città di Imperia.
Gli incontri saranno dedicati al
romanzo storico e alla storia
travagliata del “secolo breve” le
cui grandi e terribili vicende
hanno avuto pesanti riscontri
anche nella nostra terra.
Buona Estate a tutti!
1/7/2015 SALVATORE GRENCI
Il Rapporto Miradore – Atene Edizioni, 2015
Una vecchia agenda casualmente ritrovata, appartenuta
ad un amico scomparso tragicamente più di vent’anni
prima; gli strani riferimenti ad un misterioso personaggio
che fa la sua comparsa sul Parasio, il centro storico di
Imperia Porto Maurizio, nella lontana primavera del 1971
per poi scomparire misteriosamente qualche mese dopo .
Sono questi gli stimoli iniziale che inducono l’ispettore di
polizia a riposo Moreno Massabò, romano di adozione, a
far ritorno nella sua città natale: Imperia. A bene vedere,
quasi un pretesto per una sorta di ”Recherche”; per
ripercorrere i caruggi caldi e bui della sua giovinezza e
andare a fondo di se stesso. Ma ben presto l’iniziativa si
trasforma nel peggiore degli incubi e la realtà di quanto
riuscirà a scoprire Moreno sarà superiore a qualsiasi
fantasia.
8/7/2015 DONATELLA ALFONSO
Fischia il vento – Castelvecchi Editore, 2015
Intervista di Marco Vallarino
U Megu, «il medico», era il nome di battaglia di Felice
Cascione, nato a Porto Maurizio (Imperia) il 2 maggio 1918
e morto in uno scontro con i fascisti sulle montagne del
cuneese nel 1944. Questo libro racconta la sua storia – gli
studi di Medicina e l’adesione al Partito Comunista, lo
sport e la scelta di unirsi alla Resistenza – insieme alla
storia della canzone che scrisse pochi giorni prima di
essere ucciso. Fischia il vento, un simbolo della lotta
partigiana, venne composta da Cascione sulla melodia del
canto popolare sovietico Katjuša, suggerito dal partigiano
Ivan, che era tornato dalla campagna di Russia. Dopo la
morte di Felice, la canzone inizia a diffondersi
spontaneamente, fino a diventare l’inno più cantato della
Resistenza. Donatella Alfonso racconta poi il successo della
canzone dopo la guerra, le polemiche sull’origine del testo
prima che, nel 1951, ne fosse accertata la paternità, e la
visita di Camilo Guevara March, il figlio del Che, al luogo
della morte dell’eroe partigiano.
Prefazione di Antonio Ricci.
15/7/2015 ENZO FERRARI – FRANCO MILANO
Memorie di un tempo di guerra 1915 – 1918
Circolo Parasio , 2015.
Enzo e Franco, si sono impegnati in maniera approfondita
in questo lavoro di ricerca e di resoconto: non si limitano a
riportare eventi, aneddoti, episodi tragici, e le loro cause,
ma anche si sforzano di interpretare sentimenti e stati
d’animo di quei lontani protagonisti della storia, facendoci
sentire nel contempo ciò che provano essi stessi – oggi –
nel riandare con l’immaginazione a quegli eventi. E chi
meglio di uno scrittore riuscirebbe a fare ciò? Lo scrittore è
come un minatore che scava dentro le storie finché non
trova qualcosa di speciale che gli permette di svelare
l’intimo dei cuori.
22/7/2015 DANIELE LA CORTE
La Casa di Geppe - Privitera Editore, 2015
La Casa di Geppe rappresenta, in allegoria, un periodo
oscuro della nostra Storia, è simbolo di dolore e di
esclusione. Nel corso del romanzo si trasforma in
laboratorio di riscatto e inclusione. Geppe, contadino
povero e ignaro, è coinvolto da eventi più grandi di lui. Ne
prende coscienza con un percorso faticoso, diventando
diverso e riscoprendosi, a sorpresa, protagonista. La
vicenda si svolge nel periodo vitale e vertiginoso, aspro e
complicato, della Resistenza. Su una trama di fantasia, tra
continui colpi di scena, s'inseriscono flashback di
personaggi reali e straordinari, di tragedie lontane che si
ripetono, terribilmente uguali, anche oggi. Tempre di
uomini come Galimberti, Siccardi, Chabas. Il "Principessa
Mafalda" che cola a picco davanti alle coste del Brasile.
L'esodo di migliaia di ebrei che fuggono tra neve e gelo. Un
mistero che resta senza risposta. Dal romanzo emerge una
Resistenza come fenomeno variegato.
Prefazione di Giancarlo Caselli.
28/7/2015 GIOVANNI GANDOLFO
I Giuseppini alla Fondura di Porto Maurizio
TSG Edizioni, 2014
Con l’avvicinarsi del 2017, in cui si compiranno cento anni
dei “Giuseppini alla Fondura”, cioè dell’insediamento degli
“Oblati di San Giuseppe” nel popolare rione della nostra
città, che tanto fermento religioso, educativo, sportivo,
associativo, culturale hanno portato ad Imperia, il Parroco
i Sacerdoti, i Laici e le Associazioni della nostra parrocchia
stanno predisponendo diverse iniziative commemorative.
Un gruppo di lavoro, nel corso di due anni, ha raccolto il
materiale che testimonia la storia di Santuario, Oratorio,
Convitto e Parrocchia: foto, documenti, testimonianze, che
hanno consentito la redazione del libro, “I Giuseppini alla
Fondura di Porto Maurizio – una storia che si intreccia con
quartiere e città”, corredato da un cd di circa 300 foto
storiche. La Storia dei Giuseppini alla Fondura, i Sacerdoti,
gli Scout, l’Oratorio, il Convitto, le Testimonianze,
l’Oratorio oggi e domani, sono le Sezioni in cui sono
racchiusi i 54 Capitoli scritti a più mani, da non più verdi
“ex oratoriani”, e incorniciati da foto in bianco e nero che
sono un vero e proprio libro nel libro. Lo spessore storico,
culturale, religioso della documentazione che ci è
pervenuta è notevole e ci sembra rappresenti una
testimonianza che non poteva essere lasciata solo orale.
4/8/2015 MARINO MAGLIANI
Il Canale Bracco – Fusta Editore, 2015
In Olanda, all'imboccatura del Noordzeekanaal, il canale
che collega il Mare del Nord con Amsterdam, vive un
esule. Conduce un'esistenza solitaria, scrive libri sul suo
quartiere, reportage sulle dune e manuali per conoscere
Amsterdam in bicicletta. Un giorno torna al Nord dopo
aver trascorso l'estate in Liguria e progettato di scrivere la
biografia del Noordzeekanaal. Inizia così la frequentazione
delle rive, e man mano scopre cose che ignorava. Come,
ad esempio, l'acqua del canale, che non è né dolce né
salata, ma è brak, come la chiama la gente del luogo,
acqua salmastra, e che in certi tratti del canale vivono
specie di pesci di cui non si sapeva nulla.